Barbara: il cibo è un modo per conoscere se stessi e il mondo

Barbara Boni vive a Verona, è mamma di Chiara e Nicolò, cucinare è la sua passione che condivide insieme a quella della fotografia, con il progetto di farne anche un lavoro.

Nicolò ha 19 anni e ama la pasta asciutta, Chiara di anni ne ha 24 e ha il palato allenato a mangiare di tutto. “ Sono dei curiosi della cucina, come me”, dice Barbara a proposito dei suoi figli “i miei ragazzi”. Ci sono anche loro dietro l’idea di iniziare a condividere le ricette di casa sui social network, un modo per unire le passioni della cucina e della fotografia e che oggi sono confluite in un’attività che le dà molta soddisfazione. E così Barbara, ex assicuratrice, oggi si dedica alla cucina.

Ho iniziato a cucinare dopo essermi sposata. Prima ci pensava mia madre, io dopo gli studi sono andata a lavorare e non ho mai approfondito la passione per la cucina, a parte per i dolci, che invece me li preparavo da sola. Quando ho iniziato a cucinare mi sono accorta che la cosa mi piaceva e  soprattutto mi piaceva sperimentare e provare cose nuove perché a casa avevamo una cucina molto molto tradizionale e non si usciva dagli schemi. Mia madre seguiva la tradizione veneta: pasta e fagioli (mia madre fa la pasta e fagioli più buona del mondo, tengo a precisarlo), fegato alla veneziana, cervella fritte, e altre interiora che io ho sempre odiato; ma oltre ai piatti tradizionali e classici non sperimentava, nonostante lei e mio padre fossero dei grandi viaggiatori e assaggiatori di culture diverse, nella nostra tavola non si valicavano i confini del Veneto.

La mia è stata una forma di ribellione culinaria!

Da ragazza, come reazione alla cucina di casa, ho quindi iniziato a incuriosirmi di quello che poteva esserci al di là della tradizione. E ho scoperto che si possono abbinare tanti ingredienti che non avevo mai usato prima: ortaggi che non avevo mai assaggiato, oppure che conoscevo ma che potevano essere cucinati in modi per me inediti. Per esempio il cavolfiore: non esiste solo lesso! Il cavolfiore io lo faccio al forno con le spezie, la curcuma o la paprika. Buonissimo. Per rinnovare la mia cucina ho anche usato tante erbe aromatiche diverse dai soliti prezzemolo, rosmarino, alloro, come il timo, il coriandolo e il dragoncello. Iniziando da sola a fare queste piccole scoperte, pian piano, la mia cucina ha preso forma in un modo molto personale. Che mi piace molto e piace anche alla mia famiglia.

Una cucina per tutti

La giornata di Barbara passa tra la cucina la spesa nei negozi di vicinato, la ricerca di nuove idee da proporre sui social, la fotografia. Man mano che cucinavo mi sono appassionata anche alla food photography e ho studiato il modo di produrre foto gustose e appetitose e che al tempo stesso invoglino chi mi segue a provare a replicare la ricetta senza ansia da prestazione. Come scelta editoriale ho deciso da un lato di non postare ricette tipicamente tradizionali, dall’altro di scegliere ricette il più possibile varie per interessare un numero maggiore di lettori e comunque tutte abbordabili e mai difficili. Sono ricette alla portata di tutti, che senso avrebbe sennò tenere un blog che limita il suo pubblico a soli esperti?

L’agrodolce mi piace e mi caratterizza

Quando cucino a casa mi piace mettere nel piatto sempre qualcosa di colorato. E anche se preparo una semplice insalatona, cerco sempre l’abbinamento originale. Per esempio aggiungo frutta, fresca o grigliata. Mele, pere o prugne sono spesso l’ingrediente speciale delle mie insalate. Spesso aggiungo la frutta caramellata anche ai piatti salati, l’agrodolce è certamente un sapore che caratterizza la mia cucina, è un sapore che in famiglia piace a tutti.

Cucinare mi dà fiducia e mi fa sentire soddisfatta

Impastare una frolla o il pane e creare qualcosa che esce dalle tue mani è una soddisfazione impagabile. Quando gli impasti escono così morbini e profumati ti dici: che bella cosa che sono riuscita a fare! Certo, ci sono giorni in cui si mangia quel che si trova in frigorifero senza stare troppo tempo ai fornelli, altri giorni invece in cui mi dedico alle preparazioni più lunghe. Sarebbe sbagliato mangiare sempre come se fosse domenica!

La cucina è scoperta e soddisfazione continua, quando riesco a fare qualcosa che fino a poco tempo prima non mi sarei mai immaginata di poter fare, io mi sento bene. Quando cucino mi accorgo che i miei figli sono contenti: perché mi vedono contenta e perché pensano che si sta per mangiare qualcosa di buono.

Se io fossi un piatto, sarei una tartina

Ho iniziato cucinando tanti dolci e, pur essendone appassionata, se dovessi scegliere tra una fetta di torta e un panino alla mortadella non avrei dubbi: sceglierei il panino. Perciò sono una tartina, salata, colorata e sempre diversa.

A dire il vero, non ho un piatto preferito, sono parecchi. A seconda di dove mi trovo, generalmente scovo sempre qualcosa che mi piace. Quando sono al ristorante mi piace scoprire sapori e ricette nuove e se c’è in menù qualcosa di insolito o che non ho mai assaggiato io scelgo quello. Così ho l’occasione di provare e magari scoprire che mi piace e condividerne la ricetta sul mio blog.

La mia cucina è color verde

Me la sono studiata ogni centimetro e penso che sia bellissima. I pensili sono color verde scuro laccato e ho due pareti attrezzate a tutta altezza, fino al soffitto. È una cucina piena, pienissima di oggetti e ricordi. E mi piace così. Il mio feticcio sono gli stampi per dolci: non resisto a non comprarli, ne ho tantissimi e ormai non so più dove metterli. Mi sono appena regata quelli per le bundt cake, che sono tanto belli quanto ingombranti. Ma trovo sempre lo spazio per tutto.

La prima ricetta che ho postato su Cookpad? Era autunno di tre anni fa e preparai degli spaghetti con la zucca, le noci e castagne. Nel mio ricettario non ci sono mai ricette della tradizione. Ma ogni tanto cucino piatti tipici di Verona, per esempio la pasta e fagioli e il bollito con la pearà. Quest’ultima è una salsa povera microtipica di Verona (non si trova in nessun’altra provincia del Veneto) ed è fatta con pane raffermo, midollo e pepe. Chi non la conosce non pensa che sia così buona, ho fatto ricredere tanti amici di tutta Italia.

Cucinare è anche insegnare

La creatività della cucina casalinga è plasmata da ciò che la cuoca sa o immagina piacerà alla sua famiglia. La dote principale che deve avere una cuoca domestica è l’amore per la propria famiglia, che in cucina significa conoscere i gusti dei propri cari, da un lato accontentarli dall’altro cercare di infondere cultura culinaria spronandoli ad assaggiare di tutto, conoscere i prodotti e non dire “no” senza aver assaggiato almeno una volta. Sono insegnamenti che partono in cucina, ma sono anche alla base della curiosità e della conoscenza che servono come approccio alla vita.