Il pistacchio di Bronte, con Veronica

"L'angolo degli autori" è la rubrica scritta dai membri della nostra community che, periodicamente, condividono la propria conoscenza e passione su uno dei temi del grande universo della cucina e, allo stesso tempo, si raccontano un po'.

Oggi andremo in Sicilia da Veronica Girgenti che ci parlerà della sua passione per uno degli ingredienti della sua terra siciliana - il pistacchio - condividendo alcune idee su come utilizzarlo in cucina (a partire dalla foto copertina, gnocchetti pistacchio, filadelfia e tonno).

Uno dei protagonisti indiscussi della mia amata terra è il Pistacchio, noto anche come l'oro verde dell'Etna. La pianta di pistacchio (Pistacia vera), dalle origini medio orientali, appartiene alla famiglia delle Anarcadiaceae. I suoi frutti si presentano a grappoli, ognuno ha un guscio esterno chiamato "mallo" che, quando raggiunge la maturazione, diventa violaceo. Con una leggera vibrazione manuale, questo cade a terra su dei teli che vengono stesi sul terreno intorno agli alberi, per poi essere raccolto.

La sua raccolta deve essere fatta assolutamente a mano poiché il terreno lavico e scosceso è impraticabile con i veicoli. Avviene ogni due anni e negli anni dispari da agosto settembre: secondo le antiche tradizioni, la pianta, riposando per un anno, riesce a dare un frutto sano e più ricco di aromi. Negli anni pari invece avviene la potatura della pianta per evitare l'infestazione dei parassiti.

Dopo la raccolta i pistacchi vengono "sgrollati" ovvero separati dal mallo e vengono lasciati ad essiccare al sole per 3-4 giorni. Dopo l'essiccazione si otterrà appunto il pistacchio in guscio chiamato "tignosella" che verrà tenuto in luoghi chiusi e bui fino alla vendita.
Da qui il pistacchio subirà svariati processi come la sgusciatura e quindi la pelatura, ovvero la rimozione della pellicina violacea attraverso uno "scottatore".
Una volta pulito, il pistacchio passa in un'altro macchinario che, attraverso delle fibre ottiche, scarterà gli acini di colore improprio e selezionerà solo i pistacchi verdi che subiranno un veloce processo di essiccazione e verranno confezionati.
Attraverso ulteriori lavorazioni dal pistacchio otterremo farina, granella, pesto, pasta pura, e molti altri prodotti che tutti conosciamo!
In Italia la terra di eccellenza per la sua produzione è la Sicilia, alle pendici dell'Etna nei pressi di Bronte, dove si trovano le più vaste piantagioni di pistacchio che nel 2009 hanno ottenuto il marchio DOP.

A rendere speciale il pistacchio dell'Etna è sicuramente il connubio perfetto tra la pianta e la terra lavica su cui cresce, una particolarità tale da rendere il nostro pistacchio unico al mondo. Il pistacchio di Bronte infatti presenta caratteristiche diverse dagli altri, il suo guscio legnoso ha una forma allungata e il frutto ha un gusto assolutamente dolce e aromatico dal colore verde intenso, ricco di  sali minerali, proteine, vitamine e antiossidanti.
Il pistacchio a Bronte si è sempre coltivato ma è solo grazie alla sua esplosione in cucina che ha raggiunto il suo più grande successo tanto da diventare l'unica vera e propria risorsa economica per la città, esportato in tutto il mondo.
In cucina il pistacchio può essere utilizzato come semplice frutta secca per accompagnare aperitivi e contorni oppure in raffinati primi, secondi e dolci. Insomma il pistacchio è un vero e proprio colosso, io personalmente ne sono innamorata, non riesco a farne a meno e trovo sempre un modo nuovo di usarlo. Il mio ricettario è abbastanza ricco di piatti che hanno come ingrediente principale il pistacchio, da cui potrete trarne ispirazione per l'utilizzo in cucina. Cliccate sulle foto per scoprire le mie ricette del cuore o visitate il mio profilo per maggiori ispirazioni.

Noi ringraziamo Veronica per questo bel tuffo nell'oro verde di Sicilia e vi diamo appuntamento al prossimo articolo de "L'angolo degli autori".

Testo: Veronica Girgenti
Coordinamento editoriale: Flavia Giordano