Michele: in cucina esprimo me stesso, senza filtri
Michele ha 51 anni e vive in provincia di Prato, in un paese sulle colline. La cucina lo segue e lo accompagna sin da piccolo, è un modo per esprimere sentimenti e cementare legami. Indispensabili: la spianatoia della nonna e la musica degli U2.
La curiosità per la cucina arriva quando Michele è piccolissimo. “La domenica mio nonno cucinava e io lo seguivo intorno al tavolo con lo sgabellino di legno e lo osservavo cucinare. Guardavo i suoi movimenti e ne ero affascinato. Ricordo di carni in umido e la formidabile schiacciata con l’uva. Ho postato su Cookpad proprio la sua ricetta”.
A 16 anni ho fatto i miei primi ravioli
Ero ad Arezzo dalla zia di mio padre, lei era bravissima a fare la pasta fresca. Io mi incantavo a guardarla. Dopo un paio di volte che la guardavo farla, le ho chiesto di insegnarmi. Avevo 16 anni e grazie a lei ho imparato a fare i ravioli. Da quel momento li ho sempre fatti anche a casa mia perché la mia mamma non sapeva farli. E allora ci pensavo io.
Michele di mestiere fa l’elettricista, e ritaglia il tempo libero per dedicarsi alla sua passione per i fornelli. "La cucina ha sempre fatto parte della mia vita e dei miei sentimenti. Mi ci sono avvicinato e allontanato a momenti alterni. Ultimamente mi sono riavvicinato alla cucina proprio durante i mesi di lockdown, e oltre a cucinare ho anche approfondito alcune tecniche. Leggendo e frequentando community e social Michele prende spunti e sperimenta cose che non pensava gli sarebbero mai riuscite, come i dolci e i semifreddi".
La cucina dà la possibilità di dimostrarsi come si è, senza filtri.
La collego molto al mondo dei sentimenti, perché ti permette di arrivare dritto alle persone che ami. È un nutrimento che dai agli altri. Anche nei momenti difficili, cucinare è un toccasana per superare le difficoltà. La cucina è come la vita: a volte fai dei fiaschi, altre volte ottieni grandi soddisfazioni, succede quando le persone che sono a tavola con te ti gratificano e sono felici.
Se fossi un piatto sarei gli spaghetti allo scoglio. Perché lo scoglio è fermo, solido, se ne sta piantato sul fondo del mare però, prima o poi, tutta l’acqua lo accarezza
Cucino per mio figlio e i miei genitori, mi piace fare piatti elaborati come i cappellacci ripieni di branzino e aromatizzati con burro al lime e erba cipollina, ma se non ho molto tempo cucino qualcosa di veloce: con aglio, olio e peperoncino non si sbaglia mai!
Faccio anche la spesa, cosa che mi è sempre piaciuta. E nella mia dispensa non mancano mai la farina, le uova e le spezie – ne ho circa una quarantina diverse. Ma l’ingrediente che mi dà più soddisfazione è lo yogurt greco, che mi preparo a casa, e che uso in cucina per fare tante ricette. Per esempio lo uso al posto dell’acqua per la focaccia con i fichi.
Michele trova le sue ispirazioni osservando gli altri. Legge, guarda tante ricette, prende spunti in qua e in là e li unisce in modo personalizzato. La soddisfazione più grande è stata quella volta che ha cucinato per i suoi amici i pici con il pesto di pistacchi e vongole veraci. Tutti erano estasiati e hanno detto che quello era un piatto “gourmet”.
La spianatoia è la mia bacchetta magica
È lo strumento fondamentale della mia cucina oltre che un oggetto a cui sono legato per motivi sentimentali perché uso la spianatoia che era della mia nonna paterna, originaria del casentino. La uso non solo per stendere la pasta fresca, ma un po’ per tutto: ci ho anche sfilettato il branzino.
Quando cucino mi piace se ci sono persone intorno, purché non mi stiano troppo vicino… perché mi muovo e ho bisogno dei miei spazi.
Quando cucino ascolto musica, gli U2, sono il mio gruppo preferito, da sempre.
La dote che deve avere chi cucina tutti i giorni per me è semplice: avere la voglia di condividere ciò che si fa. Il segreto è tutto nella passione: se c’è quella, anche fare le cose più semplici diventa un’azione importante. Io consiglio di cominciare con qualcosa di piccolo, per esempio i biscotti di pasta frolla.