Un nome alla francese: “Mio papà si chiama Natale ed è un omaggio a lui”. Vive a Figline Val d’Arno con il compagno Giacomo, è laureata in Storia dell’Arte con specializzazione in beni storici. Che c’entra la storia dell’arte con la cucina? Nathalie riesce a mettere queste sue due passioni nel piatto.

“Cucino nel weekend perché mi rilassa. Questa passione è nata in casa, dove ho sempre mangiato bene perché mia madre è sempre stata un’ottima cuoca, creativa ed estemporanea. Io sono più tradizionale – dice Nathalie – e amo seguire le ricette.”

Per me la cucina è una forma d’amore

Mi dedico a ciò che piace a Giacomo, ma sono fortunata perché gli piace il quinto quarto – ossia le parti dell’animale che sono considerate meno pregiate e meno nobili - che piace anche a me. Quindi: trippa, lampredotto, lingua… cose rustiche, come faceva la nonna.

E di qui, il collegamento con la storia dell’arte: studiando il quinto quarto ho ritrovato ricette antiche, come per esempio quella della lingua come si faceva nel Rinascimento, bollita e condita con il succo d’arancia. Prima mi documento e poi mi metto alla prova.

Il quinto quarto è uno stile di vita

Potrebbero sembrare piatti ricercati ma in realtà si tratta di un legame con le nostre origini. Il quinto quarto è rustico, godurioso, semplice ma appagante, genuino. E anche noi siamo così, ci basta poco per essere tranquilli. A volte quelli che vengono considerati scarti in realtà nascondono i sapori migliori. Qualche esempio? La trippa al sugo di pomodoro con soffritto di cipolla, il lampredotto, la lingua accompagnata con la salsa verde toscana fatta con prezzemolo, aglio, acciughine, pane, olio; e i mitici crostini di fegatini – che non mancano mai a casa mia – li prepara mia mamma con la sua ricetta segreta e io non mai capito come li fa.

Per il periodo pasquale, tradizione e leggerezza

Primavera si avvicina, e in tempo di Pasqua mi piace cucinare l’agnello o il capretto. Mi attengo alla tradizione e poi mi alleggerisco durante la settimana e quindi preparo insalate, piatti freddi e colorati. Mi piace per esempio l’insalata di pasta con pomodorini, mozzarella, alici, capperi, farro oppure orzo.

Il mio ingrediente immancabile è la pasta sfoglia e poi le verdure in quantità. Faccio un programma di cosa voglio preparare durante la settimana, così riesco a fare una spesa organizzata. Di solito durante la settimana sono piatti più veloci, mentre il sabato e la domenica ho più tempo per sbizzarrire la creatività.

In cucina ho imparato a saper aspettare

Io sono impaziente, sempre di corsa e ho una vita abbastanza frenetica. Ma in cucina ho imparato che occorre attendere i tempi di cottura o il riposo di un impasto. Non bisogna avere fretta, ma godersi il momento e il risultato prima o poi arriva.