A Labico, poco distante da Roma, Simona studia ed esegue ricette tradizionali rinvenute in antichi ricettari. La cucina è anche un modo per andare a spasso nella storia.

La cucina fa parte della mia educazione

La passione per la cucina ce l’ho sin da bambina, ricordo che mi piaceva guardare mia nonna mentre faceva i biscotti. Sono cresciuta in un ambiente in cui la cucina era il centro della casa, il fulcro di tutto: la vita scorreva scandita dai pasti e dal rumore del forno a legna dove cuoceva sempre qualcosa di buono. Quindi, la cucina è qualcosa di più di una passione, è un atteggiamento, un’abitudine che fa parte della mia vita. Da sempre. Da adolescente guardavo i programmi di cucina mentre facevo i compiti e poi, man mano, ho iniziato a cucinare e di conseguenza cresceva in me anche la voglia di conoscere e imparare.

Ho iniziato dai dolci, perché mi davano sicurezza

Simona inizia a cucinare preparando dolci. Seguire le ricette passo, passo, senza sgarrare e senza concedersi spazio a libere interpretazioni la fa sentire sicura, guidata. È così che, man mano, prende confidenza con la cucina, scopre di possedere una buona manualità e spirito di iniziativa, e affianca ai dolci anche qualche preparazione salata.

Oggi Simona vive con il marito Claudio in provincia Roma, una scelta dovuta alla voglia di avere un piccolo orto e qualche gallina e dedicarsi all'autoproduzione.

Amo la tradizione, specie se antica e di famiglia

Sono molto legata alla cucina tradizionale – dice Simona – in particolare alle ricette della mia famiglia e della mia regione, il Lazio. Uno dei miei piatti preferiti sono gli spaghetti all’amatriciana. A mio marito Claudio invece piace la carbonara. Spazio anche in altri territori, ma sempre ricercando l’origine di una ricetta, mi piace risalire all’interpretazione più autentica. Per esempio faccio il ragù alla bolognese seguendo la ricetta tradizionale. Quando provo una ricetta tradizionale, studio a fondo gli ingredienti e la eseguo fedelmente.

Mi piace leggere i libri di cucina e indagare come le ricette sono nate e come si sono trasformate negli anni, seguendo il corso della storia.

Domenica è sempre domenica

La tradizione italiana prevede il fatto di riunirsi attorno a un tavolo e celebrare i giorni di festa anche con il cibo. Simona non sfugge a questa tradizione, anche nell’organizzazione dei pasti durante la settimana.

La settimana culinaria di Simona è scandita da piatti semplici e genuini per i giorni infrasettimanali, come per esempio il petto di pollo alla griglia con i broccoli lessati e conditi a crudo. Invece la domenica mette in tavola piatti più elaborati come i cannelloni al ragù, l’abbacchio o il pollo alla cacciatora. “Nella mia cucina non mancano mai l’olio buono e gli ortaggi di stagione, che vado personalmente a comprare dai contadini della mia zona”.

L’antico ricettario della prozia: un tesoro ritrovato

Quale può essere l’oggetto più prezioso per una cuoca appassionata di ricette tradizionali antiche di famiglia? La risposta è semplice e Simona l’ha trovata. Qualche tempo fa infatti ha rinvenuto in casa, in uno di quei bauli dimenticati che spesso regalano sorprese inaspettate, un antico ricettario appartenuto alla signora Caterina, zia della nonna di Simona. Caterina, alla fine dell’Ottocento e inizi del Novecento, faceva la governante al servizio di una famiglia romana e si occupava anche della cucina. Aveva quindi compilato un ricettario scritto a mano, con tutte le sue ricette.

“Ci sono ricette molto classiche – racconta Simona - biscotti, salse, arrosti. Sono scritte con una grafia antica, ci sono parole desuete, stiamo cercando di ricostruire alcuni passaggi e convertire le misure che sono espresse in libbre. Dentro il ricettario ho ritrovato le stesse ricette che poi faceva anche mia nonna e che porto in tavola io.”