Cuoca e crossfitter, vive a Surbo (in provincia di Lecce) dove – da sempre – cucina per la sua famiglia. Si definisce una casalinga “non disperata”, appassionata di piatti microtipici, negli ultimi anni è “diventata social” e condivide il buono della sua cucina.
In una mano il ferretto per la pasta, nell’altra il bilanciere
Sono stati i suoi figli Lorenzo e Pasquale ha spronare Stefania ad abbracciare le sue passioni: il primo è il “coach del suo cuore” e le insegna crossfit, il secondo un giorno le mandò un sms speciale che ancora conserva. Pasquale stava accompagnando dei turisti stranieri a un corso di cucina locale quando ebbe l’intuizione: “Mamma, quello che stanno facendo qui tu lo fai a occhi chiusi”. Perché non provare, allora? E infatti Stefania da quel momento si occupa di cooking class per turisti stranieri.
"Spesso mi approccio a cose diverse dalla cucina tradizionale, mi dichiaro onnivora però ultimamente sento il richiamo di alcuni piatti tipicissimamente della mia zona, perché rispecchiano le nostre radici e io mi ci ritrovo. Come per esempio la Trianata, che si prepara solo a Surbo e al di fuori del paese nessuno conosce. È un piatto povero perché fatto con ingredienti semplici e popolari, ma allo stesso tempo è un piatto della festa, conviviale, che richiede tempo e molto molto gustoso. Si prepara in una teglia con spaghettoni di semola fatti a mano, a cui si aggiungono strati di patate sottili, pomodorini, formaggio, cipolla. E poi si mette in forno."
I miei genitori avevano un’azienda agricola, e io sono cresciuta con un rispetto forte della stagionalità
Mi piace tanto scoprire e raccogliere erbe spontanee e indagarne la biodiversità. Anche semplicemente spostandosi di 30 km dal mio paese, posso trovare erbe che non ho mai visto. Poi faccio sempre fatica a capire di cosa si tratta perché magari ne conosco il termine dialettale ma non riesco poi a risalire al nome scientifico…Per esempio i suliddhi, che sono dei piccoli spinacini, più piccoli del palmo di una mano, e che ho visto crescere solo nella zona verso Maglie.
Nella mia cucina ho un forno speciale
Qualche tempo fa, trovai a casa di mia mamma un coperchio particolare: una specie di campana per coprire tegami di grandi dimensioni. Uno strumento da usare nel camino per trasformarlo in un forno. In pratica, metto i carboni sulla base del camino, poi il treppiede e sopra poggio il tegame. Copro il tegame con il coperchio e sopra il coperchio stesso appoggio altri carboni. In questo modo ho una cottura circolare in cui il calore arriva sia da sotto che da sopra. Una specie di forno a campana che uso per fare tantissime cose, come per esempio il pollo o coniglio con le patate, ma anche la pizza.
La mia bacchetta magica in cucina è la farina
Perché ci faccio pasta, pizza, focaccia, dolci….e tantissime altre cose che sono alla base della mia cucina, la farina non manca mai nella mia dispensa. Che sia di tipo 0, 00, 1, manitoba, semola, farro oppure orzo (che uso per le friselle!).
L’occhio alla spesa è la dote principale di chi cucina tutti i giorni
Non esco tutti i giorni per fare la spesa ma mi piace fare provviste e organizzare la dispensa. In cucina ho imparato a fare la spesa, avere un occhio attento allo spreco e cercare sempre la qualità: in una casa di 4 persone, di cui 3 maschi che mangiano da buone forchette, il costo della spesa incide parecchio sul bilancio e quindi bisogna fare attenzione senza scendere a compromessi. Un equilibrio difficile ma indispensabile
La mia cucina di marzo
Mia mamma diceva: carciofi e rape sempre dopo Natale. E infatti questo mese segna quasi la fine della stagione dei carciofi che io amo fare sott’olio. Poi, man mano che ci avviciniamo alla Pasqua, preparo quella che è una tradizione ereditata da mia mamma, ossia il latte di mandorla.
Con le mandorle sbucciate, macinate, passate in acqua, strette in un canovaccio e ben strizzate ricavo una specie di panna liquida che metto a bollire con cannella e chiodo di garofano. Aggiungo della pasta, come per esempio spaghettini spezzati e semi di cicoria. Poi faccio riposare in un luogo fresco e ogni mattina, a colazione, ne mangio un mestolo. È un sapore particolare, dolce e speziato, unico e speciale che mi ricorda l’infanzia. E io lo faccio per portare avanti la tradizione e non dimenticare.
In cucina ho imparato il piacere della convivialità
Mi piace tanto stare in mezzo agli altri: quando invito a pranzo le mie amiche, le faccio venire un’ora prima così cuciniamo insieme. Molte volte mi chiedono, perché non apri un ristorante? In realtà io lo faccio per piacere, non c’è ristorante che tenga se in casa c’è qualcuno che ama cucinare!